Specialità della cucina polacca

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 Dalla svolta del 1989, cioè dal passaggio rapido della Polonia verso il mercato libero, la cucina polacca è come rinata. Come una volta vanta di nuovo i suoi maestri e le sue specialità che piacciono ai buongustai anche dei paesi dalle tradizioni culinarie più raffinate.
La cucina polacca è il risultato di due tradizioni culinarie: quella della nobiltà di campagna e quella contadina. La prima ha alle spalle i secoli della creatività culinaria basata su un miscuglio di elementi locali con il meglio della cucine di molti dei popoli vicini. La nobiltà polacca amava accogliere gli ospiti o lo faceva senza badare a spese, fedele al vecchio detto polacco “vale anche il pegno un ricevimento degno”. E le tavole soccombevano sotto il peso d’ogni ben di Dio, fra cui regnava la selvaggina: cinghiali, caprioli, lepri, starne, fagiani. Oggi, numerosi ristoranti sono tornati a preparare le pietanze di selvaggina per soddisfare i piaceri di gola.
La natura, un po’ parsimoniosa per la Polonia per quanto riguarda l’acqua calda dei mari pieni di saporiti frutti, l’ha ricompensata con innumerevoli laghi d’acqua pura con la loro ricchezza di pesci: trote, lucioperche, lucci, carpe, tinche, anguille … Gustosissimi, delicati pesci che vanno preparati con maestria in più svariati modi.
Fra le carni, la più cucinata in Polonia è la carne di maiale. Il piatto più popolare è kotlet schabowy, cotoletta di maiale impanata in farina, uovo e pane grattato e poi fritta. Il momento culminante dei pranzi più impegnativi nei ristoranti è spesso un piatto di squisita delicatezza, il maialino allo spiedo. Buonissima è la carne di vitello e, nelle zone di montagna, la carne di montone.
Una meritata fama hanno i salumi polacchi, fra cui il tradizionale prosciutto ben marinato, quindi affumicato e infine cotto. Seguono saporitissime salsicce fatte con le migliori carni di maiale e manzo, che si compongono bene col buonissimo pane polacco. Il che non vuol dire che la cucina polacca è dominata dalla carne. La tradizione contadina l’ha arricchita fra l’altro di pierogi, una specie di ravioli farciti o con fragole,o con mirtilli, o con amarene, o con formaggio di latte di mucca, o con grano saraceno e così via. I migliori pierogi ovviamente sono quelli che fa ogni mamma polacca, ma vale la pena assaggiarli anche in numerosi posti detti “pierogarnia” (ravioleria).
Un posto a parte spetta ai funghi, una vera e propria passione di migliaia di Polacchi che d’autunno vanno per i boschi a raccoglierli e poi si preparano in squisitissimi piatti come, per citarne alcuni, zuppa di porcini, salsa di gallinacci, o lattaroli fritti, serviti volentieri anche nei ristoranti.
Per quanto riguarda le bevande alcoliche, la Polonia è conosciuta per la sua vodka pura, nata come distillato ricavato dalla segale o dalle patate. Saporitissime, anche se meno conosciute, sono le vodke aromatizzate (żubrówka , jarzębiak), i ratafià (a base di noce, visciole, angelica ecc) e, infine, gli idromeli e la vasta gamma di birre.
Passando ai dolci vanno assaggiati i pączek, ossia krapfen o bomboloni, fatti di pasta levitata e farciti, quelli classici, con confettura di rose, fritti in abbondante olio bollente e coperti di glassa. Molto popolare è il sernik , una squisita torta a base di ricotta di latte vaccino.
Giovanni Paolo II durante uno dei suoi ultimi pellegrinaggi in Polonia, all’incontro con i suoi concittadini a Wadowice parlando all’immensa folla radunata in piazza, cominciò a ricordare la sua gioventù ed ad un certo momento allungò la mano verso una delle palazzine dicendo commosso “ E lì, che prima degli esami di maturità si andava a mangiare le kremówki (millefoglie alla crema)”. Ricordava, dopo ben 60 anni, il gusto della sua millefoglie alla crema!. Non c’è da meravigliarsi.  Per capirlo basta assaggiarla!








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